top of page

Scompare Aimo Moroni, Maestro di stile e di cucina

  • Immagine del redattore: La Redazione
    La Redazione
  • 6 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
Aimo Moroni


È morto Aimo Moroni, a 91 anni. Con lui se ne va una parte fondante della nostra storia gastronomica, quella della grande cucina fatta di tradizione e ricostruzione autentica.


Toscano, arrivato a Milano nel dopoguerra con la tenacia di chi crede nel lavoro fatto bene, Aimo costruì con Nadia Giuntoli un sogno che divenne luogo, e poi simbolo: la trattoria aperta nel 1962 in via Montecuccoli, diventata Il Luogo Aimo e Nadia. Un nome che dice tutto: il “luogo” come spazio fisico, ma anche come idea di appartenenza, di radici, di continuità.


La loro cucina nacque per raccontare l’Italia vera, quella delle campagne e dei profumi netti, delle stagioni rispettate e dei gesti senza superfluo. Aimo credeva che la bellezza fosse un fatto naturale: non di apparenza, ma di sostanza. Da qui lo spaghettone al cipollotto, la minestra di farro e scampi, il tortello d’ossobuco — piatti che hanno attraversato decenni restando fedeli alla loro essenza.


Accanto a lui, Nadia, viva e presente, continua a vegliare sulla memoria del loro percorso. È la custode dell’accoglienza e del pensiero, la voce calma che dà continuità al racconto. Con la figlia Stefania Moroni, e con gli chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini, oggi tiene viva una fiamma che non si spegne: quella di una cucina che ha saputo diventare pensiero, stile, linguaggio.


Oggi quell’eredità si riflette anche in VOCE Aimo e Nadia, all’interno delle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano: un luogo dove arte, cultura e cucina dialogano in armonia, e dove la filosofia di Aimo continua a vivere, contemporanea e coerente, tra una caffetteria elegante, una cucina colta e un servizio che sa ancora di verità.


Milano perde un Maestro, ma non il suo insegnamento.Perché il gesto di Aimo — asciutto, rigoroso, umano — resta nella mano di chi cucina, di chi serve, di chi ricorda. E in questo senso, Aimo non se ne va. Continua a insegnare che l’identità, quando è vera, non muore: si trasmette.

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
Progetto senza titolo.png
bottom of page