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La Degustazione Barolo di Roger Sesto

  • Roger Sesto
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 9 min

I Barolo sono sensibilissimi al terroir d’origine


Bottiglie di Barolo
Bottiglie di Barolo

Al netto dei protocolli vitienologici, a volte estremi, come nei cosiddetti Barolo “innovativi”, che vanno parzialmente a coprire il rapporto vino/terroir, pertanto esclusi da questa degustazione, l’obiettivo è quello di analizzare l’importanza dei diversi cru nel definire la personalità dei Barolo in assaggio. Previa un’accurata mappatura delle principali aree di coltivazione del Nebbiolo da Barolo. Tutte le etichette sono del 2019, così da rendere omogenee le caratteristiche vendemmiali


Com’è noto, la zona di produzione del Barolo è convenzionalmente distinta in due macro-territori, in funzione delle caratteristiche geologiche che li contraddistinguono. L’Elveziano, a Est dell’asse viario Alba-Cuneo, e, sul versante opposto, il Tortoniano. In realtà la distinzione non è così marcata, poiché, se la zona di Serralunga d’Alba, quella più orientale, è decisamente Elveziana, avendo una terreno caratterizzato da strati di sabbie silicee cementate o arenarie grigio-rossastre, alternate a marne grigie (formazione di “lequio”), spostandosi a Nord-Ovest e Sud-Ovest, verso Castiglione Falletto e Monforte d’Alba, il sottosuolo ha già una composizione differente: ovvero strati di sabbia più o meno compatta di colore grigio-bruno o giallastro, alternati da arenarie grigie (sabbie compattate e cementate da carbonati delle acque marine); vale a dire non più lequio, bensì arenarie di Diano. Dunque, pur rimanendo nell’area cosiddetta Elveziana, s’impone un importante distinguo.

 

I terroir del Barolo: alcuni doverosi, utili approfondimenti

Entrando nel territorio Tortoniano, che, partendo da Barolo, si dispiega a Sud-Ovest verso Novello, a Nord-Ovest verso La Morra e, ancora più a Nord, raggiunge Verduno, anche qui è necessaria una puntualizzazione. L’area compresa fra Barolo e La Morra è costituita da marne grigio-bluastre che diventano di tonalità grigio-biancastra a seguito dell’azione degli agenti atmosferici, si tratta di argille miste a sabbie finissime, impregnate di una forte componente calcarea, sedimenti costituitisi durante il Tortoniano e chiamati Marne di Sant’Agata. Se poi ci si sposta nell’estrema appendice a Nord-Ovest della zona di produzione del Barolo, oltre La Morra e Verduno, area per convenzione sempre compresa nel Tortoniano, la situazione geologica muta ancora, trattandosi di un suolo originatosi nel più recente Messiniano e caratterizzato da una formazione gessoso-solfidrica. In base a questa distinzione, che comunque rimane schematica e didattica, è possibile - a grandi linee - tratteggiare le caratteristiche organolettiche distintive dei vari Barolo provenienti dalle diverse aree. Ovvio che un ruolo cruciale sarà poi giocato dai singoli cru, dall’altitudine, dall’esposizione, dai sesti di impianto, per non parlare delle pratiche enologiche e così via.

 

Quindi, eleganza dall’area tortoniana e potenza dall’elveziana

In estrema sintesi si può affermare che l’area Messiniana è la meno indicata per la produzione vitivinicola, data la composizione a prevalenza solfidrica del suolo. Nella zona Tortoniana vera e propria, prevalendo la sabbia, si otterranno, in generale, quei Barolo giocati sull’eleganza, sui profumi, sulla finezza, su una relativa morbidezza fruttata, più che sulla struttura tannica, sulla potenza e longevità. Nell’area Elveziana di Serralunga, ove impera il l’arenaria ed il lequio, si avranno i Barolo più massicci, potenti, strutturati, tannici. Infine, sull’asse Monforte-Castiglione, tendenzialmente si otterrà un qualcosa di intermedio fra i due estremi appena citati, con un buon compromesso fra eleganza, finezza, struttura, maturità di frutto, complessità, trama tannica, longevità. Detto questo, va ricordato, molto in generale, lo spettro aromatico tipico del Nebbiolo. Innanzitutto i frutti rossi, con in evidenza il lampone, quindi la rosa canina, poi la legna arsa, preludio – dopo lunghe maturazioni – al cosiddetto goudron, quindi lo speziato, in genere non molto dolce-morbido, ma più piccante-vivace.

 

Tutti da protocolli tradizionali, tutti del 2019, tutti da cru

Infine, alcune considerazioni sui campioni degustati, tutti del 2019, un’annata ottima e tra le migliori degli ultimi anni, sicuramente superiore all’inizialmente sopravvalutato 2012, e, forse, anche più performante del 2009, altro millesimo “pompato” non poco. Ognuno proviene da uno specifico cru, con indicazione della vigna di provenienza, trascurando quindi quelle aree, come Roddi e Diano d’Alba, pressoché prive di Barolo. Inoltre, prescindendo da valutazioni qualitative e di merito, ma solo per avere una maggior significatività del test, non sono stati prescelti quei vini eccessivamente legati alla tecnologia, i cosiddetti Barolo “innovativi”, vinificati con rotomaceratori, affinati strettamente in barriques, e così via: ciò per evitare che le determinanti enologiche pesino eccessivamente sul risultato finale, creando un filtro tra espressione del territorio e caratteristiche organolettiche del vino. Anche perché l’obiettivo finale – va sottolineato - non è quello di classificare i migliori prodotti, ma capirne il legame col terroir. È ovvio che comunque le variabili di cantina non saranno mai neutrali e prive di impatto, l’importante è che questa influenza non sia fondamentale e, soprattutto, sia riconoscibile, facendo attenzione ad esempio a distinguere i tannini “naturali” del vino, nel Nebbiolo sempre importanti ed incisivi, rispetto a quelli conferiti dal legno.

 

 

LA  DEGUSTAZIONE

 

1.      Ascheri – Barolo Vigna del Pola


Ascheri – Barolo Vigna del Pola
Ascheri – Barolo Vigna del Pola

La Vigna del Pola, esposta a Sud – Est, si trova al confine Nord - Nord Ovest della zona a Docg, al limite dell’area Messiniana gessoso-solfidrica, in un settore povero di cru di rilievo. Questo Barolo presenta un carattere mascolino, con note decise ed una speziatura netta e piccante, pepata, scarsi i richiami floreali, la componente fruttata non è ben evoluta, bensì fragrante e leggermente acerba, i classici sentori di legna arsa sono assai flebili, ed il bouquet – nel suo complesso – è piuttosto nervoso. La trama tannica è discretamente fitta, ma spigolosa e verde, con sentori fruttati un po’ aciduli e poco maturi. Tutto ciò conferma che la zona di Verduno è quella che offre i Barolo più simili al Barbaresco, quindi tendenzialmente vivaci e nervosi, inoltre qui – più che a La Morra ad esempio – i tannini risultano maschi e la componente fruttata meno matura.

 

2.      Ciabot Berton – Barolo Roggeri


2.	Ciabot Berton – Barolo Roggeri
Ciabot Berton – Barolo Roggeri

Il vigneto Roggeri si trova a Sud di Verduno e a Nord – Est della vicinissima La Morra. Il campione presenta una speziatura più morbida e dolce del precedente, dovuta però anche all’affinamento in legno, scarsa la componente floreale, la legna arsa è leggera, un tocco di lampone ma soprattutto di frutta rossa abbastanza matura. I tannini sono più fitti e fini rispetto al vino di Verduno e non solo per l’azione del legno, si ha una sensazione non propriamente rotonda (è pur sempre un nebbiolo) ma comunque non eccessivamente spigolosa, è vino relativamente femmineo, leggermente dolce ed evoluto, arricchito da un bel frutto maturo.

 

3.      Bricco Rocche – Barolo Brunate


Bricco Rocche – Barolo Brunate
Bricco Rocche – Barolo Brunate

Brunate è un cru disposto su due comuni: La Morra e Barolo; nella fattispecie il campione proviene dalle vigne site in La Morra.

Si avvertono qui un po’ tutto gli aromi tipici: cenni di rosa, un tocco di legna arsa, una speziatura abbastanza morbida e dolce, dei frutti rossi maturi, con una componente anche acidula di lampone, quindi esce la liquirizia; la trama tannica e discretamente fitta ma non come nel precedente vino, con sensazioni più marcate e meno morbide, il finale è “sabbioso” con vaghi ricordi di cacao tostato.

 




4.      Contratto – Barolo Cerequio Tenuta Secolo


Contratto – Barolo Cerequio Tenuta Secolo
Contratto – Barolo Cerequio Tenuta Secolo

Anche Cerequio è un cru condiviso da La Morra e Barolo. Sentori di legna arsa, preludono ad una speziatura abbastanza (ma non troppo) morbida ed anche leggermente piccante, completa il quadro un frutto rosso intenso, e, con un certo ritardo a farsi sentire anche una bella nota floreale; un bouquet dunque completo che ha solo bisogno di aprirsi un poco. I tannini, abbastanza fini, sono ricchi e fitti, rinserrati anche da quelli conferiti dal legno, pur essendo decisi e mantenendo una viva personalità. Certo sono tannini più minuti di quelli riscontrabili a Verduno. Si tratta di un bell’esempio di fusione fra aspetti tradizionali ed in tocco di misurata modernità.

 

5.      Marchesi di Barolo – Barolo Cannubi


Marchesi di Barolo – Barolo Cannubi
Marchesi di Barolo – Barolo Cannubi

Cannubi Valletta è un vigneto storico di Barolo, si tratta di una tra le aree più pregiate e famose dell’intera zona a Docg, la prima che, alla fine degli anni ’80, è stata interessata alla “corsa al rialzo”, fisicamente è una collina che si trova poco prima di accedere all’abitato di Barolo, provenendo da Alba. Il suo sfruttamento originariamente interessava solo il versante Sud – Est, poi è stato esteso anche alla sponda esposta a Nord – Est, con le ovvie conseguenze… In questo vino si percepisce una netta speziatura, che tende anche, per effetto della tostatura, al cipriato-dolce; più netta anche la legna arsa, la rosa, il lampone; sensazioni di maturità inedite sino a questo assaggio. Anche al gusto è il più maturo rispetto ai precedenti, più dolce, morbido, rotondo e pronto, i tannini sono abbastanza fitti, di buona finezza e non particolarmente incisivi.

 

6.      Cogno – Barolo Ravera


Cogno – Barolo Ravera
Cogno – Barolo Ravera

Ravera è un cru di Novello, orientato a Sud, sito nella zona (sempre Tortoniana) più a Sud Sud – Ovest dell’area a Docg, e posto ad una discreta altitudine (sui 380 mt.). Non si avverte una grande componente speziata, più in evidenza invece la rosa e la legna arsa, ma anche il legno fresco ed un sentore linfatico; i tannini sono piuttosto marcati ed aggressivi, l’acidità è alquanto spiccata; un profilo gustativo che ricorda quello di Verduno, probabilmente a causa della relativamente alta giacitura della vigna, più ancora che per una corrispondenza di terroir, visto che invece nella zona di La Morra e Barolo (più bassa), pur sempre Tortoniana, intermedia fra Novello e Verduno, i vini sono più morbidi.

 

7.      Cavallotto – Bricco Boschis


 Cavallotto – Bricco Boschis
 Cavallotto – Bricco Boschis

Bricco Boschis è sito a Nord dell’abitato di Castiglione Falletto, ai margini dell’area Elveziana. Emerge in questo vino una spiccata nota floreale ed anche una componente di legno; la consistenza gustativa è particolare, infatti i tannini sono abbastanza minuti, ma incisivi e persistenti, non perché particolarmente spigolosi bensì per la loro notevole fittezza ed intensità, oltre al frutto si avverte anche una notevole speziatura.

 

8.      Vietti – Barolo Rocche


Vietti – Barolo Rocche
Vietti – Barolo Rocche

Rocche è sito a Sud di Castiglione Falletto; il suo vino presenta in questo caso una speziatura forte, decisa, piccante, la componente fruttata è ben espressa sotto forma di lampone.


I tannini sono fitti e fini, ma decisi e persistenti.






 

9.      Poderi Aldo Conterno – Barolo Bussia Soprana


Poderi Aldo Conterno – Barolo Bussia Soprana
Poderi Aldo Conterno – Barolo Bussia Soprana

Bussia Soprana, facente parte del comune di Monforte e sita – seppur al confine – nella cosiddetta area Elveziana, è famosa più per la complessità dei suoi vini che per la loro mascolinità. Ed infatti si avverte subito un profumo assai articolato, in cui si distingue una nota floreale, un frutto maturo, della speziatura abbastanza morbida ma al contempo anche vivace, un sentore di legna arsa che sconfina in richiami terrosi e di fungo fresco. La grande maturità e la dolcezza di frutto è tipica della zona, i tannini sono fitti e fini, incisivi e caldi al contempo, conferendo una sensazione di grande piacevolezza, abbastanza simile a quella sperimentata con Bricco Boschis.

 

10.   Paolo Conterno – Barolo Ginestra


10.   Paolo Conterno – Barolo Ginestra
10.   Paolo Conterno – Barolo Ginestra

Il cru Ginestra si trova in comune di Monforte, presso il limite Sud Sud – Est dell’area a Docg. Il campione presenta note legnose e fungine, integrate con un tocco vegetale, forte e decisa la componente speziata, si avvertono curiosi sentori di felce e sottobosco, quasi terrei, un po’ sotto tono il frutto (all’opposto che nel Bussia Soprana), forse anche per una altezza leggermente superiore dei vigneti. I tannini sono morbidi e rotondi, abbastanza domati ma non privi di vivacità, si fanno strada anche note dolci e tostate, ed una speziatura morbida.

 

11.   Fontanafredda – Barolo La Rosa


11.   Fontanafredda – Barolo La Rosa
11.   Fontanafredda – Barolo La Rosa

La Rosa è un vigneto sito nel comune di Serralunga, l’area Elveziana più “pura” – abbastanza differente da quella di Castiglione -  e che segna maggiormente i vini che ne scaturiscono.

Il cru in questione giace ad un’altezza costante di circa 330 metri, su una collina estesa più in lunghezza che in altezza. Il campione si presenta floreale, dalla speziatura vivace e mascolina, dai tipici sentori di legna arsa, dolce e maturo di frutto, dotato di una trama tannica abbastanza serrata, marcata e leggermente graffiante, ma non spigolosa.

 

12.   Bricco Rocche – Barolo Prapò



Bricco Rocche – Barolo Prapò
Bricco Rocche – Barolo Prapò

Prapò è un’altra parcella posta, come la precedente, nella zona settentrionale del comune di Serralunga, giacente a 380 metri s.l.m.

In questo vino spicca una speziatura ammorbidita da vaniglia da elevazione, non mancando però la più varietale legna arsa; la trama tannica non smentisce peraltro l’intima natura del nebbiolo, i tannini, infatti, pur dolci, curati e levigati, restano comunque ben evidenti.

 





13.   Oddero – Barolo Vigna Rionda


13.   Oddero – Barolo Vigna Rionda
13.   Oddero – Barolo Vigna Rionda

Il Vigna Rionda (380 metri s.l.m.) è invece a Sud dell’abitato di Serralunga, dove, probabilmente, il lequio fa sentire di più la sua presenza e le caratteristiche del suolo giocano veramente un ruolo determinante nel generare vini mascolini e potenti. In questo vino emerge un aroma floreale, della tostatura di caffè, ed una marcata speziatura; la tannicità è assai netta, marcata ed incisiva, leggermente aggressiva ma nient'affatto acerba e spigolosa, fra tutti i campioni degustati i tannini di questo Barolo sono i più persistenti.

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